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al testo di Cristina Bove
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dopo aver conquistato lustri in libertà di sangue e cartellini cifre da disavanzi avanzi da ricucinare in maniera proponibile ho risparmiato inesorabilmente il fiato di accensioni ho dato fondo agli anni cherubini altre che andavano in carrozza, io no, sempre appiedata.
e all’improvviso scalpita una voce reclama l’attenzione - noi che vestiamo nuvole d’inverno e raggiere di sole nei capelli dice noi delle fisarmoniche francesi noi?... __sì proprio noi__ mi guardo intorno e vedo l’ala della finestra a nord tremare un attimo il lembo di una vita trattenuta tendaggio approssimato e dimmi, dimmi allora
si tratta dei conteggi usucapione se l’hai dimenticato siamo giunti agli sgoccioli, devi recuperare ogni strappo ogni lingua ogni registrazione ((((sonora)))) e non ti sembri strano, anche gli slip-triangoli in quiescenza. Ma c’era poca cera non feci in tempo a dare forma al cuore che già vennero a prendermi le foglie in veste di guerrieri un autunno di neve precoce
__non hai occhi di verde, tu non hai che gli occhi__ Infatti, chi se ne accorse mai? restituisco tutto ecco riprendetevi il fondaco, il giardino le masserizie e i davanzali a rose loro fresche da dio io che avvizzisco nottetempo e il giorno mi spia dalle finestre assassinandomi alle spalle lentamente lentamente lentamente
ma poi chi siete voi? sempre nei boulevards di foglie morte a cantare d’incensi e di coriandoli, bautte scontornate di visi_________ solo quelle a me lontane come le piramidi passavate nei vicoli festanti, voi che di voci adesso sorprendete il mio silenzio e vi pare che basti una promessa ancora a farmi fessa. E no, basta con permute e riscatti ho cicatrici fuori e dentro il corpo e se non vi bastasse ho fabbricato in anni taciturni la bandiera del mio nulla a pretendere bianca.
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